lunedì 4 aprile 2011

El Chalten, la montagna fumante

L'ultima grande impresa patagonica dei nostri eroi ha inizio sotto i peggiori auspici... Avviatisi sotto una pioggia incessante e un freddo pungente iniziavano la salita di buon'ora. Paola borbottava e rimproverava acida l'inutilità di questa sedicente epica scalata


ma Marco no, giammai rinunceremo donna! Avanti, tra sferzate di violente raffiche e gocce sempre più generose. A sto giro ci mancano persino i pantaloni da pioggia, e io che mi rivedo preciso e previdente, quando preparavo la valigia, infilarli in valigia, salvo levarli subito dopo pensando, ma a cosa diavolo mi serviranno mai....
Ecco, i miei bei pantaloni da motociclista ad ammuffire nell'armadio e noi qui a scolarci tutti i peli delle gambe. Ma non sarà certo quest'inezia a fermare i nostri, che stoici continuano la salita, incuranti della furia degli elementi. Dopo ben 100 metri di dislivello e un ora e mezza di mostruoso cammino eccola davanti a noi la montagna fumante El Chalten, davvero è un vulcano ricoperto di nubi, avevano ragione gli indigeni, cosa ne capiscono i geologi, che vengano qui a vedere, e fa davvero paura in tutta la sua imponenza!


Continuiamo la salita, che si fa via via più dolce, ma continua a piovere. Anche la mia perseveranza inizia a vacillare.... ma che diavolo stiamo facendo? Mi guardo in giro.... il famigerato parco de los glaciares... ma qui pare di camminare al Fasce in una giornata plumbea di novembre! Ma c'era bisogno di fare 15mila km?
I nostri eroi perseverano....


Ci fermiamo alla laguna Capri per il pranzo, il tempo di alzare gli occhi finito il nostro panino e il cielo è completamente azzurro! E sopra il lago si staglia l'arcobaleno...


Peccato che nella foto si staglia anche un clamoroso gocciolone rimasto sull'obiettivo!
Rinfrancati e incoraggiati proseguiamo tutta la camminata in mezzo ai Nothofagus, in questo momento sfoggiano un incredibile varietà di accesi colori autunnali,


che vivacizzano questa ampia e selvaggia prateria, bagnata da laghetti e torrentelli, sembra di stare un paio di secoli indietro al selvaggio west.


Camminando nel bosco sentiamo un gran casino e ci avviciniamo per vedere cosa succede....


Sono i picchi, e oltre a fare un gran casino, sfasciano veramente tutto... e cantano davvero come Woody Woodpecker!
E infine giungiamo alla base della salita finale, riattacca a piovere, riattaccano i dubbi, andare, non andare, la salita parrebbe bella spessa, e tutto sto sbattimento per nulla? Ma no! Andiamo, affanculo i dubbi, tutto quel gran blaterare al Torres del Paine sulla fiducia? E così ci avventuriamo per la salita. La più pesante affrontata fin'ora, per la gioia di Paola.... 


Prima sarà solo un sentiero impervio, che rapidamente si trasformerà in un torrente, che bello facciamo torrentismo al contrario, per poi diventare una mezza scalata in mezzo al fango e all'acqua della neve che si scioglie, tra massi sempre più alti. Infine la neve, fino alle ginocchia!


Giunti quasi in cima il panorama è bellissimo ed arriva fino al lago di Viedma


La sorpresa finale, uno straordinario spettacolo, quasi pari a quello delle Torres del Paine, quasi perchè le nubi ne nascondono parzialmente la maestosità e non permettono al Chalten di mostrarsi, ancora una volta celato dietro al fumo del suo mitico cratere.


Però che visione incredibile anche quassù in questo ambiente così estremo.


Tira un vento da ribaltarti, siamo sudati come due calciatori al derby e ci si sta ghiacciando la schiena. A paola si ghiaccerà anche la pancia, causandole qualche problemino durante la discesa. Attacca a nevicare. Eh, ormai siamo abituati alle follie di queste montagne.


Ammiriamo ancora un pochino lo spettacolo.


Mentre scendiamo ancora spettacolari colori d'autunno in mezzo a recenti nevicate, 


a valle speravamo di tornare con il sole e invece riattacca a diluviare, ma per poco però. Torniamo ad El Chalten con il sereno, stanchi morti per la mitica impresa, portata a termine con grande orgoglio.


Però adesso basta freddo e ghiacciai, adesso ci aspettano 46 ore di autobus che ci porteranno al caldo e al sole dei deserti del nord!

3 commenti:

  1. oh ciao vale! che piacere averti tra i nostri lettori. Sai che l'idea del blog l'ho avuta leggendo delle vostre fantastiche avventure australiane? un abbraccio

    RispondiElimina