giovedì 21 luglio 2011

Storie di sardegna


Devo andare su nei monti a fare acqua che sono rimasto senza... è sorprendente come anche nei luoghi più aridi in Sardegna basti cercare un pochino per trovare sorgenti di acqua fresca e pura da bere
Un mio caro amico, G., vende il torrone con il suo camioncino, e in questo periodo è ospite di A. su in un paesino alle spalle di Olbia, vicino ad una sorgente di acqua fresca. Li raggiungo su al paese, è domenica ed è appena finito un pantagruelico, luculliano pranzo, come si usa da queste parti. G. è collassato sul letto, lui diabetico, che dovrebbe stare un po' attento e invece è un cazzone nell'anima e nel corpo, e di tanto in tanto si deve sparare un perone di insulina perchè va in ipoglicemia stando attento a non esagerare come l'altra sera quando se ne è sparata troppa ed è svenuto sul camion.
Cose che capitano. Storie di Sardegna.
Giungo a casa loro, alcuni mezzi semiabbandonati in giardino e una decina di cani mi circondano. A. mi accoglie raccontandomi che 4 cuccioli li hanno appena soppressi, mica possiamo avere 50 cani sparsi per la casa.... saliamo in casa e mi presenta la mamma, una signora gentile dallo sguardo severo come molte donne in Sardegna, sulla parete la foto di un figlio giovane dall'aria irriverente che intuisco non esserci più e non provo ad approfondire. Arriva il padre, un simpaticissimo ometto con una lunga barba bianca e il sigaro in bocca, un pozzo di racconti che immediatamente mi rapiscono. E allora scopro che il papiro appeso in ingresso appartiene al nome di famiglia e porta una data del lontano 1912. Era stata redatta da un notaio perchè un lontano parente voleva arruolarsi nel corpo dei carabinieri e a quel tempo era necessario dimostrare di avere la fedina pulita fino alla settima generazione, ossia fino al 1700. Fino alla settima generazione...
La signora prende per mano il marito e cerca di ricordargli che devono scendere a Olbia, ma lui niente è ancora più contento di raccontare storie, di me che le ascolto. E allora ecco che si parla del codice che regolava la vita in Sardegna fino a non molti anni fa. Non era reato il furto, in genere con furto si intende l'abigeato, e non era reato il contro furto. Ammesso di non essere scoperti, nel qual caso si era dei fessi, chi poteva farsi scoprire se non un fesso?
Se il promesso sposo rinunciava alle nozze, la sua stessa famiglia doveva punirlo con la morte, ma non la famiglia della sposa, perchè in quel caso si sarebbe dato vita ad una faida. Ma se la famiglia di lui non avesse preso provvedimenti la famiglia di lei avrebbe avuto il diritto di agire. Generalmente non succedeva visto che l'onore era un fatto che si teneva di gran conto.
Si parla di 2 generazioni fa, dei tempi del nonno di questo narratore. Suo nonno faceva di professione il killer. Prego? Sì, ho detto proprio killer. La famiglia possedeva una grande estensione di terreni intorno alla città di Olbia e un parente svogliato si manteneva dilapidando tale fortuna, vendeva di tanto in tanto un terreno e dei proventi campava. I parenti non gradivano e dissero al nonno che il parente doveva allontanarsi, doveva andarsene. Da quel giorno nessuno lo vide più.
Le antiche abitazioni in Sardegna usavano avere una pesante lastra di pietra all'ingresso, e così anche la casa del nonno. Un giorno lontano, molti anni dopo, questo pietrone venne rimosso per dei lavori, e si scoprì il cadavere del parente scialacquatore. Il nonno disse che lo aveva messo lì così che ogni volta che sarebbe tornato a casa gli avrebbe messo i piedi in testa!
Storie di Sardegna.
Peccato che a quel punto la signora lo abbia preso di peso e portato in macchina così che i racconti si interruppero. A mi invita a salire su una Tipo scassatissima ripiena di rifiuti per accompagnarmi alla fonte, poco lontana, qualche km di asfalto e un poco di sterrato. Solo a quel punto mi rendo conto di quanto aveva bevuto a pranzo, mi ritrovo in macchina con un matto dal piede pesante, e si sfreccia a folle velocità su per le stradine provinciali. In Sardegna è molto diffuso uno strano morbo che affligge la gente e toglie loro la percezione del tempo. Ne percepiscono meno e devono sempre correre da tutte le parti ovunque debbano andare. Provo a chiedergli il perchè di tutta questa fretta, ma non ottengo altra risposta che un laconico sorrisino. Poi si affronta la speciale, oggi su strada bianca, e si fanno un paio di tornanti a freno a mano, io preoccupatissimo mi tengo saldo alla maniglia. Lui mi racconta fiero di lussuose macchine distrutte in incidenti a folle velocità, una volta correva con i cavalli, era un fantino, e aveva guadagnato – e vinto – notevoli somme. Poi a suo dire si era stancato ed era tornato in Sardegna per comprarsi un camion-bar e andare a lavorare alle fiere e alle feste. Alla fine della speciale giungiamo alla fonte, dove gli sguardi severi degli uomini giunti a qui giudicano le sue imprese di regolarità. Mi vergogno un po', eppure non ho niente a che fare con tutto questo. Con la bocca impastata apostrofa il nostro arrivo annunciando che ci stiamo preparando al rally 2012! 
Gli sguardi silenziosi si voltano a proseguire il loro daffare.
Storie di Sardegna.
Prima di ripartire tocca sgridarlo perchè decide che una vecchia confezione di non so che cosa non sta più bene dentro alla sua auto discarica e deve prendere posto tra i fili d'erba di questo incantevole angolo non più incontaminato. Lungo la strada il suo inderogabile bisogno di velocità viene bruscamente interrotto dal gruppo di uomini che erano alla fonte e che avanzano troppo lentamente lungo lo sterrato. A è impaziente, inizia a inveire e sgasare rumorosamente, si avvicina e allontana, fino a che l'auto non svolta. Per fortuna dietro l'angolo c'è il bar dove voleva portarmi a bere una birretta. Entriamo, l'oste siede al tavolo con un gruppo di amici, tutti completamente ubriachi. Barcollando si alza e va dietro al banco, e ci versa una birra a testa. Lui e A si conoscono da tempi immemori, e con le lacrime agli occhi (per l'alcol, non per la commozione) racconta sbiascicando di quanto è importante per lui. Tra gli uomini sembra sia importante e fonte di grande orgoglio dimostrare apertamente il proprio onore attraverso sentimenti di solidarietà verso i propri cari e di competizioni (sempre vittoriose) verso il mondo che è inevitabilmente avversario. Altra birra scorre generosa, e niente viene chiesto per saldare il conto. Ripartiamo e nei due km che ci separano da casa compare un auto alle nostre spalle, il cui conducente dev'essere anch'egli affetto dal morbo della fretta. Come usa da queste parti si incolla alla nostra targa posteriore, attendendo il momento migliore per saettarci oltre e giungere in fretta alla sua destinazione. E A dimostra grande senso di obiettività lasciando generosamente il pedale del gas e ridacchiando cinicamente dello sfortunato dietro di noi, sbeffeggiandolo e provocandolo avanzando lentissimo.
Storie di Sardegna.
Abbandono la casa e mi vado ad infrattare su per una strada sterrata per farmi la doccia con la mia doccia solare sotto un albero nel bosco prima di andare al mercatino. In quella pace rifletto su questo folle pomeriggio. Sono stato complice, in senso lato, di molte cose che detesto, eppure in qualche modo non ero io a decidere. Però ci ero dentro. E allora ci sono sempre dentro, penso. Quando vedo un animale morto sul ciglio della strada giudico rabbioso chi lo ha ucciso, eppure anche io ho involontariamente ucciso. Quando vedo rumenta nel bosco giudico rabbioso, quando la gente guida in modo pericoloso giudico rabbioso. Ma in quella situazione ero in qualche modo distante, non ero coinvolto. Ho detto ad A che secondo me non andava bene, e basta. Senza giudizio, senza rabbia. Con questo voglio dire che la fantasia, la mente, viaggia su binari preimpostati secondo la storia che qualcuno ci ha appiccicato addosso. La realtà è un altra cosa. Molto più semplice da accettare.
Insegnamenti di Sardegna

S'accabadora

Segnalo e consiglio questo bel libro che racconta storie di Sardegna vera, scritto in modo impeccabile da una bravissima Michela Murgia

Lunedì

È arrivato un nuovo ospite al campeggio


Si chiama Lunedì, soprannominata Gina, era in un fosso ai bordi della strada da 2 giorni che non si muoveva. Paola e Maddalena (ormai sempre più Santa Maria) l'hanno coraggiosamente sottratta al suo destino, lavata, profumata e ripulita di boh? 2 o 300 zecche che la stavano completamente dissanguando, maledette, loro sanno dove il corpo è vascolarizzato e proprio lì vanno a piazzarsi, ne aveva talmente tante intorno agli occhi da non riuscire più ad aprirli. Il potentissimo FrontLine le ha debellate tutte in meno di una notte e adesso è un fiorellino rinato.
Va a far compagnia ai gatti, che si sono già abituati a lei. Anzi, a dir la verità, dopo un primo momento di nervosismo i gatti hanno preso il sopravvento e adesso comandano loro!


enduro


In Sardegna ho riscoperto le gioie dell'enduro (endurista della domenica, visto che vado in maglietta e braghe di tela).... Non riuscendo ad andare per torrenti, troppo caldo e troppo secco, quest'anno ho portato giù il mio vecchio e poderoso TT e mi son dato all'esplorazione degli sterrati del territorio, e sono veramente fantastici.


Attenzione però ai moti di protesta dell'unione bovini che di tanto in tanto bloccano il traffico!


Altri scorci che regala questa parte dell'isola, qui sopra Cala Sinzias, Costa Rei


Qui sottoil golfo su Cagliari, sopra Quartu


Una menzione d'onore anche alle sinuosi curve della mitica Orientale Sarda, credevo che il tratto Dorgali-Tortolì fosse imbattibile, ma anche quaggiù scendendo da San Priamo verso Cagliari c'è da divertirsi parecchio. 


Mercatini

Ed eccoci qua nel profondo sud della sardegna, per affrontare questa lunga e incerta stagione di bancarelle al mercatino di Costarei, giù nel torrido Sarrabus (ieri 38 gradi e scirocco a bomba).


Incerto questo mestiere lo è per definizione, ogni anno soggetto a fluttuazioni dovute a croniche instabilità, la disorganizzazione, spesso in malafede, dei comuni e delle relative delibere, per cui non sai mai se lavorerai ancora nel posto dove hai sempre lavorato, e se ci lavorerai non sai in quale luogo del paese ti metteranno, e l'andamento del turismo, sempre soggetto a variazioni, oltre che il gradimento del prodotto che proponi. 


Quest'anno si sono aggiunte le compagnie dei traghetti che hanno alzato mostruosamente i prezzi – tutte assieme – logica conseguenza, nessuno viene più a fare le vacanze nell'isola. Questa volta l'hanno fatta troppo grossa, non conosco le congiunture internazionali del mercato e dei prezzi del petrolio, ma la situazione Tirrenia e il “cartello” venutosi a creare puzzano un po', cosi ci convinciamo che forse hanno voluto un po' aprofittare del boom delle vacanze in Sardegna degli ultimi 10 anni, dandosi la zappa sui piedi però, specie in un periodo di crisi come questo. Addirittura stanno annullando corse e accorpando navi adesso. E la conseguenza diretta è... mercatini vuoti.


All'interno del mondo dei mercatini serpeggia già un certo nervosismo, sebbene sia un usanza piuttosto diffusa quella di fasciarsi la testa dopo appena 2 settimane di lavoro, se gli incassi non sono all'altezza.... Ma la gente è così e va subito fuori, il vero ambulante è uno che se guadagna poco si incazza dalla prima sera.
Sta di fatto che i segnali non sono buoni, poca gente e tanto vento, sempre vento, se non è il bollente Scirocco è il potente maestrale, che ci ha già rovesciato il pantografo una volta! In questi giorni non accenna a diminuire, ieri sera ha fatto volare l'ombrellone di un amica sulla bancarella di un altra, qualche giorno fa erano tutti presi a correre dietro ai propri oggetti che fluttuavano, le bancarelle volanti! Quale miglior esempio della precarietà di questo mondo!
Ecco, questa precarietà, non piacevole, alcuni ci scapperebbero di testa, è però bilanciata da una grande libertà. Improvvisamente sei libero. Libero di decidere del tuo tempo, libero di goderti la vita, libero di organizzarti il lavoro, di andarci quando e come ti pare, libero di cambiare e di tornare. La libertà di tempo è totale, e visto che lavori in località turistiche, lo passi in luoghi assolutamente meravigliosi. 


Sardinia

Dopo 23 lunghissime ore di nave, incredibile 23 ore ci portavano da un capo all'altro della Patagonia e qui, nella progredita Europa su una nave di “appena” 35 anni di vita della moderna compagnia (ancora per poco) pubblica della Tirrenia ci mettiamo quasi un giorno intero per attraversare quel fazzoletto di mare che divide il “continente” (come piace definirlo qui) dalla reale Sardegna.E subito il profumo dell'isola ci invade il naso, i bronchi e i polmoni di quell'aroma unico e potente, miscuglio delle meravigliose piante che abitano l'isola.


Quest'incertissimo anno ci ha convinto a non prendere nessuna casa in affitto quest'anno e a provare a barboneggiare in giro e ad appoggiarci ad uno scrausissimo campeggio situato a 20 Km dal mare in una zona di campagna all'ingresso della celebre valle di Monte Porceddu. 


Quando non dormiamo al mare o nei boschi stiamo lì; il Giò ha organizzato questo campeggio quando è venuto ad abitare qui molti anni fa, è molto spartano, costa poco ed è necessario un certo spirito di adattamento.


Sorto su un terreno che ospitava un autodemolitore ha ricavato degli alloggi da alcune vecchie roulotte e alcuni furgoni, ha costruito una casetta in pietre e ricavato alcune stanze vicino alla sua abitazione. 


Ha collegato l'impianto idrico ad un vecchio pozzo e messo su alcune docce in mezzo ai cespugli. Ha sistemato dei vecchi frighi e un paio di vecchie cucine e ha ricavato un lussuoso angolo cottura.


Una vecchia peugeot 205 è diventata il magazzino della nostra merce


Si sta sempre all'aria aperta dal giò, nella natura, circondati da simpatici animali domestici, pecore che spargono rumenta e mangiano le sedie, gatti affamati, topi sobillatori, ragni che bivaccano sul sapone liquido, mosche che albergano in bagno, zanzare che fameliche attendono l'oscurità per succhiarti un po' di sangue....


Al momento siamo pochissimi giù nel campeggio e stiamo da dio!