domenica 20 marzo 2011

Volcan Villarica


Eccolo là il Volcan Lanin che si erge imponente, stretto tra le Ande e circondato tra nubi basse e plumbee, nascosto alla vista di noi piccoli uomini che timorosi lo ammiriamo varcando il confine in questa grigia e fredda giornata di fine estate.


La sorpresa che le autorità cilene ci riserveranno, a parte le estenutanti attese cui costringe la burocrazia del controllo, sarà il sequestro di tutta la nostra frutta e verdura... vietato portare alimenti freschi dall'argentina. E perchè? Perchè in argentina c'è un insetto che va tenuto lontano dal cile. Boh? Mi sa tanto di laccia, non so perchè, sta di fatto che la spesa fatta appena partiti si volatilizza nelle mani del solerte funzionario che la assicura al disinfettante rogo dello smaltimento. 


Il Volcan Lanin è per noi solo un preludio alla scalata del Volcan Villarica , 2847 metri, sopra Pucon, un vulcano relativamente tranquillo e quindi meta di assalti giornalieri di centinaia di novelli e imberbi scalatori della domenica. Entrambi fanno parte della cintura di fuoco pacifica, in Cile si contano più di 3000 coni vulcanici di cui 62 attivi. E li vedi davvero, tutti lì in fila indiana imbiancati da manti perenni che ne celano malamente la facile irascibilità. 


E che danno origine ai mostruosi lahars una volta che si risvegliano, come è successo qui nel 1971.


La guida riunisce un breve briefing con la banda fantozzi-filini prima di partire


5 ore di salita, ma che sarà mai, la vedi lì a uno sputo la cima ci metteremo molto meno, anche se nel gruppo si contano per davvero diversi fantozzi e filini. Il tempo di superare le pietraie del lahar del 71, una vecchia stazione di skilift abbandonata e inizia la neve. 


Sotto con i ramponi e le ghette, i ramponi sono l'ultimo grido del modello unisex uscito con gran clamore durante la stagione sciistica 1920/21.


 Ma fanno il loro dovere. Il tempo di superare il primo crinale che si fa sotto un vento gelido che in questo punto forte si incunea da nord e sud gelandoti la schiena tutta sudata per la salita, facendoti sbandare vistosamente e punzecchiandoti il viso per la neve fresca che solleva. Stoica e fiera la banda Fantozzi-filini resiste e avanza, nonostante le guide preoccupatissime consiglino ripetutamente ai deboli di cuore la discesa.
Varie pause per permettere ai baldi neoandinisti di ristorarsi e stabilizzare l'abbondante produzione di acido lattico ed ecco che si intravede la cima, siamo i primi a raggiungerla, davanti a noi lo sbuffo azzurro battuto dal vento si sposta veloce.


dietro di noi si è formata una tale coda che pare di stare al primo giorno dei saldi di gennaio...


meglio guardare su che giu, molto meglio, anche perchè nelle prime posizioni colui che vincerà l'ambito primo premio della stoica banda sarà un gordo americano che compie gli ultimi passi urlando e gemendo distorcendo il viso in mostruose smorfie fino a crollare sulle ginocchia pochi passi prima dell'arrivo. L'esilarante esperienza ci regala le forze che ci servono ad ultimare il cammino e finalmente conquistiamo la vetta, il bordo del cratere.


Il signor padrone di casa non sembra molto contento della nostra presenza e ci accoglie con venefici miasmi che causano difficoltà respiratorie e bruciori alla gola.


Ma la vista sul mondo sottostante è fantastica


Ed ecco i 3 baldi eroi sulla bocca del vulcano

Ancora 2 parole su Pucon. È un posto superturistico, lo è tanto da farti venire la nausea, uno di quei posti dove ti tirano dentro a qualsiasi luogo tu abbia la sfortuna di incrociare durante una passeggiata per il centro. Noi ci siamo fatti intortare a fare una discesa di rafting, carina, ma davvero poco emozionante, a parte un paio di passaggi fin troppo brevi. Divise eccellenti comunque....


Meritano la lode le terme naturali di Pozones, un vero paradiso il cui tepore si può godere fino a notte fonda. Una lode pure all'hospedaje da Irma dove siamo stati e dove Irma e Magdila ci hanno deliziato della loro compagnia e che consigliamo a chi dovesse passare di qua. 
Unico neo di questi giorni cileni, a parte il clima, freddo e piovoso come si usa da queste parti, è che non sono riuscito a beccare christian, il commerciale che porta la gente a fare canyoning  a Pucon. Il suo ufficio era sempre chiuso e una chiacchierata (e una discesa) con lui sarebbe stata interessante, la zona da quel che ho visto promette molti percorsi da scoprire.

2 commenti:

  1. Ciao ragassi, vedo che procede tutto a gonfie vele.
    La frutta e i cileni... che storia. A me al rientro in Cile avevano fatto buttare via una mela cilena comprata in Argentina...
    Grande scalata!

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  2. :)
    eheh dovevi vedere i nostri compagni d'avventura, peggio di noi che già siamo delle cozze
    un salutone dalla patagonia

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