sabato 26 marzo 2011

Regresando por l'Argentina


I cileni sono diversi dagli argentini, più seri, più arcigni, più precisi, più rispettosi di quello che non è loro, anche le azioni. Villarica è piena di solerti vigli, uno di loro ci insegue correndo fino a beccarci al semaforo per farsi pagare il parcheggio che noi – ingenui – pensavamo fosse gratuito. Il cile è una grande prateria ondulata con estese colonie di tedeschi, in alcuni punti sembra di essere in Baviera. Piove tantissimo e fa molto più freddo che in argentina. E si vede dalla vegetazione, verde e rigogliosa. Viaggiamo veloci verso sud, ci tocca pagare in pesos argentini al casello perchè siamo rimasti senza pesos cileni e nessuna delle nostre tre carte di debito viene accettata. La nostra organizzazione personale continua a stupirci, siamo alle comiche finali quando a Entres Lagos balbettiamo imbarazzati davanti alla cassiera di un alimentari incapaci di decidere cosa mangiare non sapendo dove andremo a finire a dormire....
Finiamo in un ostello marcissimo in riva al lago Peyuhen, con impianti elettrici fantasiosi, muri di cartone, lavandini spaccati, un cinghiale mummificato all'ingresso.... 


ci mangiamo un meraviglioso pollo crudo e la notte ci becchiamo pure le pulci! Mannaggia a noi che cerchiamo la sempre la soluzione più economica. Però la vista sul lago è incantevole e alla fin fine ci divertiamo pure qui. 


Il giorno dopo un altro meraviglioso parco attende la nostra visita, con il suo baldo semi indio ad attenderci all'entrata della sua fantastica postazione di lavoro, fresco di doccia a mostrarci i suoi muscoletti palestrati, indice di troppo tempo libero passato su queste montagne. Ci ha pure la badante sto novello selvaggio, fortunato lui, tutta invidia la nostra. 




Foreste tropicali al cui fondo non giunge mai un raggio di sole attraversate da centinaia di corsi d'acqua che confluiscono nell'impetuoso Rio Gol Gol


una montagna d'acqua che ci lascia attoniti osservatori, nelle cui acque osiamo bagnarci le nude membra, per alcuni secondi vista la proibitiva temperatura dell'acqua, che scende direttamente dai ghiacciai del Volcan Peyuhen. 


E pensare che siamo al livello minimo stagionale....
Alla fine del breve trekking un pantagruelico asado grigliato in mezzo al parco prima di ripartire alla volta dell'Argentina, mica potevamo farci fottere di nuovo questo gran pezzo di carnazza dai frontalieri no?


Il Passo Cardenal Samorè è un tripudio di panorami dove le vette andine si mostrano nella loro più grandiosa maestosità, strada coronata nel finale dal cono vulcanico estinto Pantayo, che sta lì adagiato da un milione di anni.


Il tempo di tornare in argentina che già siamo sulla panoramica Ruta de los 7 lagos, e su uno di questi specchi passiamo la notte, che bello che quasi ovunque puoi metterti li e campeggiare liberamente tra cipressi e faggi, in mezzo a radure ricolme di merda di vacca, e proprio mentre siamo li a raccogliere la legna al volgere dell'oscurità mamma e vitelli ci si fanno incontro con gli occhi illuminati dalle nostre frontali richiamati dal grido incessante del padre, del capo, chi lo sa, di qualcuno che indica loro la strada di casa.... ci mettiamo silenziosi da parte e li facciamo passare...
Cena nella brace, come sempre, con vista sul lago illuminato da una fantastica luna piena


Prima di riconsegnare la macchina e tornare alla nostra meno comoda ma più avventurosa vita di camalli ci regaliamo una passeggiata in riva al lago Nahuel Huapi le cui spiagge incessantemente battute dal vento sono ricoperte da bianchissimi legni trasportati dalla corrente e scoloriti dal sole... che belli, quante sculture ci si potrebbero creare, ne prendiamo un paio dalle forme bizzarre


Le spiagge del popolo Mapuche, un popolo fiero e mai domito, perseguitato dai conquistadores spagnoli, cacciato via e sterminato nella guerra di Reconquista argentina e cilena, relegato nelle riserve in mezzo al nulla del deserto patagonico a vivere di artigianato. Storie note, un po' meno noto è il fatto che se gli argentini provano oggi a riconciliarsi, sebbene nessuna riconciliazione sia possibile, i cileni, forti delle a noi ben note leggi speciali antiterrorismo, continuano ancora oggi una guerra silenziosa contro di loro, incarcerando e torturando come terroristi tutti quelli che si battono ancora per il riconoscimento dei diritti del loro popolo. 


Un capitolo amaro che però credo sia ancora una volta giusto ricordare, viaggiare per noi è anche chiedere e sentire le storie della gente, che spesso non sono piacevoli

1 commento: