giovedì 5 maggio 2011

Lipez, un viaggio fino al precambrico


La pillola rossa deve essere stata piuttosto potente, ma non so dire se si tratti solo di una gigantesca allucinazione di 2 giorni filati, o se piuttosto Don Pedro, dal nome non casuale, ci abbia accompagnato in un fantastico viaggio nel tempo, indietro fino al precambrico, quando la crosta terrestre andava appena raffreddandosi dal magma.
Una cinquantina di km dopo Uyuni, in mezzo al nulla, subito il biglietto da visita dell'agenzia, la macchina si ferma, buio pesto, e i pochi fuoristrada che passano non ci pensano proprio a fermarsi a darti una mano, la Bolivia è proprio diversa dall'Argentina.... Don Pedro lesto smonta al buio il filtro della benzina e ne esce una melmazza nera, lo rimonta e lo stoico Toyota riparte.
La prima notte questo è lo spettacolo che offre la limpida aria del deserto andino, più o meno a 3500 metri d'altitudine


E guardate un po' qua, che ha di strano questa foto?


Ahah! incredibile vero? Nell'emisfero sud si cammina davvero con la testa in giù...
Il primo giorno di gita, prima una foresta di massi e pietre modellate dal vento


Poi si inizia a salire, fino a 4000 metri, l'ambiente si desertifica sempre più, intorno solo sassi e cespugli spinosi, ad accompagnarci signori vulcani da 6000 ovunque, li ad osservarti uggiosi


Poi spuntano le lagune, prima la Honda, o laguna gialla, puzzolente e torbida, e già i colori si presentano fantastici


Poi si sale ancora e improvvisamente spariscono i cespuglietti e siamo veramente a 4 miliardi di anni fa


tutto intorno a noi sabbia, pietre, dune rosse e bianche e grigie, di sfondo decine di coni vulcanici e davvero pare che abbiano appena smesso di sputacchiare tutta la robazza che avevano nelle viscere, tocchi per terra e pare caldo, anche se l'aria no, quella è davvero fredda quassù


Avanziamo, ormai non ci sono più tracce di vita 


anche se incredibilmente ogni tanto si vedono esemplari di vigogna trotterellare su e giù per queste lande desolate, ma come cavolo faranno a vivere da ste parti? 


Ma la vera sorpresa è la laguna Hedionda, dove ci fermiamo per una passeggiata e per il pranzo. Ma cosa c'è qua, sembra che Dalì sia passato e abbia perso la sua tavolozza di colori qua dentro, oltre ad averci lasciato un pezzo di cervello, ma come è possibile l'acqua è celeste e rossa, e intorno le montagne gradano sfumate verso il cielo azzurro e verso la terra verde scuro


Incontriamo una vigogna la cui anima non abita più il corpo, da chissà quanto tempo, con il freddo che fa, forse da anni


L'ultima tappa del primo giorno ci porta all'ultima laguna di oggi, la Laguna Colorada, e il tripudio di colori raggiunge il suo massimo splendore, fenicotteri rosa che zampettano in un lago di sangue, sullo sfondo un vulcano grigio verde dalla cui base sputacchiano bianchi geyser, ancora non ci crediamo


Scende la notte, la temperatura si fa veramente gelida, mangiamo un eccellente piatto di spaghetti alla pummarola cotti al punto giusto, complimenti alla cuoca. Paola soffre, l'ascesso non vuole uscire e continua a dare dolore, io ho ancora postumi di influenza e in più mi è uscito il peggior herpes della mia vita, e ad entrambi zampilla continuamente sangue dal naso, ormai siamo vicini al paradiso.... 
...il prezzo da pagare per entrare nella lucida follia del Lipez.
Manca l'acqua, i tubi sono gelati, immaginatevi cosa non diventano velocemente i cessi, c'è pure chi sta male per l'altezza....
La mattina partiamo alle 5, è ancora buio, abbiamo appuntamento con i nervosi geyser di Solo della Manana, e vederli soffiare armoniosi al sorgere del sole è un esperienza indimenticabile.... Indimenticabili sono anche i 15 sotto zero che ci accompagnano, siamo a poco meno di 5000 metri d'altezza e tenere la macchina fotografica in mano fa male alle dita


Per fortuna la tappa successiva sarà un ristoratore bagno alla Laguna Termal, dicono faccia 30 gradi, noi aficionados delle terme ci crediamo poco, però fanno un gran piacere lo stesso, considerando che i laghi intorno sono completamente ghiacciati


Resta solo da arrivare fino in fondo, alla Laguna verde, che stamattina non è verde perchè l'acqua è ghiacciata, ma lo spettacolo imponente del Volcan Licancabur, 6000 pure lui, incornicia la cartolina


Siamo al confine con il Cile ormai, siamo alla vera fine del mondo, che non è a Ushuaia, ma è nel deserto policromico del Lipez. 


Un autobus vicino alla dogana ci ricorda che la vita, quassù, non è facile


2 commenti:

  1. Mi sono commosso a rivedere questi posti... che belle foto!

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  2. Bello!!
    Anche io ho fatto Peru e Bolivia dieci e più anni fa, bellissime le lagune, il Salar, ...l'isola dei pescatori...

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