giovedì 23 febbraio 2012

Manikarnika Gath

Il Ghat dove ci si dissolve nell'assoluto e si ritorna fisicamente al Tutto liberandosi definitivamente del crudele e doloroso ciclo della vita
Non ci sono immagini per illustrarne il contenuto, non e' possibile fotografare e di fotografare vigliaccamente di soppiatto, come avevo ben imparato a fare da giornalista, non mi interessa.
E' una fotografia che non mi interessa, sebbene intorno a me si rivelino scenari incredibili.
Osservo e lascio che le parole provino a ricostruire questo teatro 
Una sensazione tra l'attonito e lo stupefatto mi attraversa, ma non e' come credevo
L'idea di quello che dovra' essere, di quello che sara' per come ce lo aspettiamo, distrugge la magia del fenomeno, relegandoci al ruoloo miserabile di giudici e compromettendo l'esperienza
Nessuna emozione mi turba, credevo di aver paura, di aver nausea, di sentire puzza di carne arrostita, come quella volta, tanti anni fa, quando, pivelli, trovammo quel cadavere che bruciava durante le nostre scorribande ai bunker del monte Moro.
Niente di tutto questo.
Mi siedo sulle gradinate che scendono verso il fiume. 
Osservo.
A destra e sinistra delle scalinate vi sono due gradoni e sotto altri due, grandi come un campo da pallavolo
Ognuno di questi gradoni contiene tre pire di legna che bruciano, ognuna a diversi stadi di distruzione
Distruzione di corpi
Incenerimento
Cremazione
I corpi sono coperti di legna tranne la testa e i piedi che spuntano, avvolti in teli dai colori diversi, bianco per gli uomini, dorato per le donne, rosso per le donne anziane
Man mano che la pira brucia, bruciano anche i teli, rivelando tutte le grottesche forme che assumono i cadaveri che bruciano
A destra vedo due piedi neri e gonfi che friggono, poco dopo si avvicina un Dom che con un bastone li riversa sopra il fuoco che brucia, con i moncherini di ossa che spuntano
A sinistra una faccia che va perdendo velocemente la sua finionomia umana
I Dom curano sapientemente la brace in modo che nulla rimanga se non cenere, a volte dalla loro sapienza sfuggono lievi errori, e i cani lo sanno, che famelici si aggirano intorno ai fuochi contendendosi pezzetti di gustose costine.
Improvvisamente urla dietro di me, sta arrivando velocemente una processione con alcuni uomini che portano una barella di bambu' con sopra un corpo avvolto in un drappo dorato, contornato di fiori arancioni, cantano una nenia, dietro diverse persone, credo i parenti, seguono con aria seria accompagnando il canto 
Scendono le scalinate, portano il corpo fino alla riva del fiume e lo immergono nell'acqua, poi lo estraggono e lo depositano in attesa che si liberi una pira... poi lo cospargono con un fluido
Mi accorgo che di corpi in attesa ve ne sono diversi, tutti in coda in attesa del fuoco eterno
Stanno li sotto, in fondo alla scalinata, davanti a me, poco oltre vedo gironzolare una mucca, che va mangiandosi i gustosi fiori arancioni che avvolgono i morti, nessuno si cura di lei
Oltre il bovino sta la riva, e inizia l'acqua sacra del Gange, osservo alcune persone che stanno in acqua fino alla vita, proprio accanto ai cadaveri che vengono immersi
Hanno in mano delle grandi ciotole e dal fondo del fiume tirano su grandi quantita' di melma, proprio dove viene gettata la cenere
Cercano denti d'oro e qualsiasi altro oggetto di valore sfuggito al rogo purificatore della cremazione
Tutto e' uno, non c'e' giudizio, non c'e' condanna, tutto si svolge cosi come e', e tutti sanno quello che devono fare
Mi bruciano gli occhi, folate di vento portano il fumo nella mia direzione
Mi devo scostare perche' arriva un altra processione, praticamente ogni 5 minuti arriva un nuovo morto con tutti i compiti che cio' significa
Vedo barche cariche di legna che aspettano di essere scaricate, e devo di nuovo spostarmi quando magri uomini mi chiedono spazio per passare con le spalle cariche di tronchi. Le portano di sopra alla bilancia, dove saranno pesate per stabilire la quantita' - e il prezzo - che servira' per la cremazione
Sopra di me un piccolo tempietto con un fuoco eterno, si dice che bruci da 3mila anni ininterrottamente
Dentro un brulicare di gente, parenti, curiosi, anziani che osservano come andra' anche per loro a finire, santoni, sadu che recitano i lor mantra e eseguono le appropriate mosse rituali
Sopra vecchi palazzi anneriti, in queste catapecchie terribili vanno a passare gli ultimi giorni della loro vita i poveri che vengono qui per morire e non possono permettersi altro luogo in cui stare
Ce ne sono diversi di posti cosi', non oso immaginare come sara' la vita li' dentro, la vita che volge piu' o meno rapidamente al termine
Mi allontano verso i vicoli dietro il Ghat, mi siedo a prendere un Chai seduto su un tronco in mezzo alla stretta via e si avvicina un losco figuro, piuttosto malpreso, mi vede con la macchina fotografica e mi invita a seguirlo
So benissimo che cosa vorra' da me, ma lo seguo lo stesso
Mi porta su un balcone sopraelevato e mi invita a scattare fotografie, lui lavora li e ha il permesso di dare il permesso, e intanto mi racconta la storia di come funziona il Ghat e del suo lavoro, occuparsi dei vecchi moribondi e spillare soldi ai turisti vogliosi di immortalare scene splatter.
Non mi interessa, saluto e vado
Mi giro ancora una volta, tra i fuochi un ragazzino felice fa volare alto il suo aquilone azzurro

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