martedì 21 febbraio 2012

Hyderabad


Ora decidiamo di andare verso nord e lasciarci indietro questi posti edulcorati a misura di turista per tuffarci nell'India vera. E l'India ci ripaga come meglio sa fare, con un sonoro ceffone!
Hyderabad e' lo scenario di un mondo post atomico, vecchio, sporco, sovraffollato, caldissimo e inquinatissimo.


Fatichiamo a riprendere conoscenza dopo un impatto del genere,  girovaghiamo una buona oretta alla ricerca di un posto per dormire che non sia esageratamente indiano, e davanti a noi si palesano scenari grotteschi, immensi edifici decrepiti con lunghissimi corridoi attraversati da miracolati impianti elettrici con stanze trasudanti muffa e letti che ne devono aver viste di scene horror.

Saettando tra mille tuc tuc che ci tagliano la strada insistendo pesantemente su mirabolanti offerte di alberghi economici, evitando mendicanti e mercanti vari che vogliono i nostri ricchi soldi bianchi, approdiamo finalmente alla nostra suite imperiale.


Va piuttosto bene anche se e' un po' cara, le lenzuola sono ovviamente nere. Chiediamo di cambiarle, e il tipo fa, ah! certo provvedo subito, ma non dovrebbe essere scontato? Qui nulla e' scontato! Torna con le lenzuola, ma senza federe... Chiediamo due federe nuove e lui va via rispondendoci che se ce la fa le porta in serata....
Sono fatti cosi....


Siamo stanchi e un po' demotivati. La citta', una volta passata la mattinata, si trasforma in un girone dantesco, il traffico diventa esagerato, nessun indiano puo' mai, ma mai fare a meno di suonare il clacson continuamente, nessuno puo' permettersi di passar davanti a nessun indiano, sia esso un camion, una autobus, un tuctuc o un povero pedone. Nemmeno i vecchi e le famiglie, nemmeno gli storpi!

Prendere un tuctuc significa cardiopalma continuo, non so piu' quante moto per terra ho visto ne' quante volte abbiamo rischiato di ribaltarci contro un ciclista o un autobus...
Dopo le 12 il caldo diventa intollerabile e ci trasciniamo lungo strade prive di marciapiedi, in mezzo a una nuvola colossale di smog, sfanculando tutti i tuctuc che si fermano fissandoci e offrendo passaggi.  

Ma l'abbiamo voluto noi, fuggire dai posti turistici significa anche questo.
Superato l'impatto iniziale le cose si fanno divertenti, Scopriamo i magici autobus cittadini, molto piu' divertenti e onesti dei tuctuc, che non si fermano mai, e la gente e' costretta a saltare dal mezzo in corsa se vuole scendere e lanciarsi per centrare l'entrata se vuole salire.

Per sopravvivere in India e' necessario essere forti, anche da vecchi. Le donne stanno sedute davanti e gli uomini dietro e pazienza se una donna si sbaglia e si siede al posto sbagliato, ci pensa un solerte vecchiaccio a cacciarla al posto dove deve stare.

Gia' perche' Hyderabad e' prevalentemente musulmana, nel suo passato si contano Moghul e Sultani, per cui gli uomini hanno tutti in testa il cappellino biancoe le donne con sti Niqab sembrano dei fantasmi neri, se si vogliono annullarle sessualmente con questi vestiti ci riescono alla perfezione

Lo ha capito persino sto bimbo!
Ci riprendiamo dalle fatiche mattutine riposandoci al fresco del patio della Mecca Masjd, una delle moschee piu' grandi del mondo. Si sta bene qui....


La gente continua a guardarci curiosa, ogni tano qualcuno si fa avanti e chiede da dove veniamo e i piu' intraprendenti si fanno anche fare la foto insieme a queste due strane creature bianchicce!


In giro per la citta' vecchia scene grottesche


Ma anche scene di delicata quotidianeità




Guardate la proverbiale serafica calma indiana, ma come cazzo fa a dormire sto tipo lì in mezzo alla rotatoria?


Corvacci neri si aggirano intorno a noi, un bambino cerca di venderci delle palline luminose, ci chiede da dove veniamo e se siamo musulmani, ahahah!
Eravamo appena usciti da una gita al forte di Golconda, la mitica Golconda, adesso rimane ben poco di tanto fasto, ma si capisce che e' un posto magico


Soprattutto al calar della sera, quando tutto intorno partono le cantilene dei Muezzin in coro, e proprio in quel momento da un buio antro nelle mura del forte escono milioni di pipistrelli e si librano in massa nella calda aria della sera, ci sara' mica un collegamento tra le due cose?

In uscita ci gustiamo lo spettacolino di luci che illuminano il forte e le sue splendide porte intarsiate


con sottofondo una voce che racconta la storia della fortezza, intervallata da musica tradizionale indiana, noi in mezzo a 300 indiani che non stanno zitti nemmeno un secondo, ma si entusiasmano quando la fontana si illumina e zampilla l'acqua.... eh, sono fatti cosi'....
Pero' hanno una capacita' disarmante di sorridere sempre. Sempre! Sorridono i bimbi, sorridono gli adulti, sorridono i poveri e i mendicanti, guardate i sorrisi di questi 2 che stavano ad un incrocio in citta'...

Commoventi vero? Dovrebbero mostrare questa immagine in tutti i luoghi in cui un genovese del cazzo stia per iniziare a mugugnare che ha dei problemi con il vicino di condominio. Mavvaffanculo! Persino nel delirio del traffico ridono sempre tutti, anche quando si investono a vicenda non si incazzano mai! Agitano la testa a sinistra e destra, come quando annuiscono e salutano, e amici come prima. Nemmeno i piu' disperati e miserabili delle bidonville si affliggono per le loro vite.
Il contrario delle donne boliviane, che non ridevano manco sotto tortura.

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