giovedì 23 febbraio 2012

Indian Railways 1


Ci avviamo verso il treno, intorno a noi decine di venditori ambulanti offrono chai, biscotti, acqua, frittelle. Tutti ti osservano e ti chiedono se vuoi qualcosa, qualche mendicante derelitto ti chiede dei soldi.Sentiamo delle urla. La polizia sta manganellando la folla.


Una folla di disperati che vuole salire sul treno, sui vagoni di seconda classe che non hanno prenotazione, il primo che sale si prende il posto, gli altri viaggeranno anche 20 ore in piedi.

La calca e' violenta e la polizia picchia giu' duro. Le ferrovie si aprofittano del bisogno che ha la gente di viaggiare. E della loro condizione di poverta'. Nessuno protesta. Guardate come viaggeranno.

Sono in coda da due ore perche' il treno oggi parte in ritardo.
Bisogna ancora caricare tutti questi pacchi.


Sono irrequieti, ma riescono a sorridere, gli indiani sorridono sempre, e' una cosa stupefacente.

 
Il viaggio in treno inizia presto, occorre svegliarsi di buonora per andare in stazione a prenotare il posto. Giacche' in India i posti sono prenotabili fino a 90 giorni prima e giacche' tuuuuutta l'India si muove in treno, visto che costa pochissimo. Allora per quelli dell'ultimo minuto, per i turisti, e per farci la cresta, le ferrovie riaprono la corsa al biglietto 24 ore prima della partenza, ma i biglietti si esauriscono in 10 minuti. Bisogna presentarsi in stazione almeno 2 ore prima, dice il solerte impiegato dietro lo sportello.


Andiamo alle 6 e questo ci troviamo davanti. Gli indiani stanno cosi' in coda, le loro distanze personali non sono proprio come le nostre

Per fortuna la coda riservata alle donne permetta a Paola di avanzare al ventesimo posto e guadagnare la prima fila allo sportello per stranieri. Abbiamo ottenuto l'agognato biglietto!

Il treno e' lercio, e' vecchio e sembra che stia in piedi per miracolo. I sedili sono neri e i supporti arrugginiti, fa un caldo infernale, viaggiamo con tutte le porte aperte, cosi puoi sederti li e goderti il vento sulla faccia, facendo attenzione a che non ti colpisca lo scracchio di qualcuno o i rifiuti del pranzo di qualcunaltro.


I cessi sono inguardabili, a destra una turca a sinistra un gabinetto. Pero' funziona tutto, c'e' l'acqua e sono puliti, a fine viaggio saranno cosparsi di una melma marrone. Gli scompartimenti sono a 6 letti, la gente sonnecchia sotto l'afa del pomeriggio.

Il treno sbuffa lentamente attraversando la pigra e arroventata campagna del povero Andra Pradesh. Sopra noi potenti ventilatori girano veloci per cercare di mitigare un poco la calura. Il treno, manco a dirlo, e' strapieno. Gii indiani hanno un curioso senso dello spazio personale, o meglio, sembra che non ce l'abbiano. Di giorno si viaggia su due file di sedili uno di fronte all'altro, scompartimenti da tre piu' tre. Di notte si alza il poggiaschiena e tutte e 6 le persone dormono. Sono tutti posti prenotati, eppure ogni tanto sale qualcuno, gira qualcunaltro, e si siede li insieme a te, e da 6 posti spesso diventano 8 o 10, tutti seduti li a conversare o a mangiare o a dormire. Nessuno dice niente, tutto fila liscio, ci si stringe e basta.

Osservando fuori dal finestrino tra la bruma mattutina vedo i culi di uomini che cagano sui binari, le dita di altri che si lavano la bocca ai bordi di un putrido laghetto in mezzo a cani rognosi e maiali zozzi che mangiano sopra una distesa di rifiuti posti dietro ad un piccolo ammasso di casupole decrepite.
Il mattino indiano. La gente passa indifferente.


Sotto di me il cadavere enorme di una mucca che non e' riuscita a scampare un treno in corsa, dev'essere successo da poco perche' sembra fresca fresca. Lungo i binari decine di cani cercano qualche avanzo gettato dal treno.


Una famiglia si siede di fronte a noi, un uomo adulto, una donna adulta, una ragazzina madre con il figlio, il cui uomo e' il padre. L'uomo tira fuori una pila di gavette unite da un lastrino di ferro, distribuisce pentolini a tutti e tutti si mettono a cenare, riso e un qualche sugo indiano di accompagnamento. Noi non abbiamo nulla perche' eravamo convinti che passassero i soliti venditori ambulanti, ma non si sono visti. A fine cena l'uomo, che non spiccica una parola di inglese, apre un cartone con lo spago, ed estrae dei bananoni fritti, fritti che contengono cocco e semini di anice. Fantastici! Buonissimi e gentilissimi loro. Sorrisi, ma niente parole.

Un ragazzo ed un uomo ci accompagnano per un tratto e ci mostrano orgogliosi le miniere di carbone che si vedono in lontananza. Attacchiamo a parlare, sono 2 operai che vanno ad asfaltare strade su al nord. L'uomo e' piuttosto rozzo, e' ben vestito, va in giro per il lercissimo treno a piedi nudi, quando parla fa un casino colossale, ad un certo punto si alza e pulisce il suo sedile superiore dal riso caduto dal suo pranzo buttandolo tutto in testa a Paola! Oh! Sorry! Sono fatti cosi'...
Anche quando arriva il controllore devono farsi i cazzi degli altri e gli stanno tutti addosso


In treno circolano continuamente tutti i tipi di venditori ambulanti che urlano e sguaiano pubblicizzando i loro prodotti...


Chai, Coffee, Byriani, Pakora, Biscuits, Water, Nuts eccettera eccetera, generalmente e' sempre roba buona, tranne il Chai o il Coffee che non ci siamo osati a provare.


Oppure puoi anche scendere lesto alla stazione e prenderti le frittelle frittosissime al baretto sui binari, che sono pure buone. Dopo che hai finito il pranzo con i rifiuti hai due possibilita'. La maggior parte li abbandona sul pavimento, i restanti li gettano dal finestrino.


Quando noi li conserviamo in un sacchetto ci guardano perplessi e ci invitano a buttarli dal finestrino! Poco dopo passera' un bambino sporchissimo, che accucciato raccogliera' con uno scopetto tutti i rifiuti sotto i sedili in cambio di un offerta, li portera' in fondo al vagone e li consegnera' anch'essi al secolare smaltimento biologico. In definitiva quindi tutti i rifiuti finiscono fuori dal finestrino. Con buona pace degli ambientalisti europei. Amen.

Si fa sera, il viaggio e' scomodo, ma l'ambiente e' rilassante, qualche mendicante passa, ma non c'e' mai la sensazione del pericolo.


Arriviamo in stazione e un uomo ci guarda severo. Da ora in poi fate attenzione! Scendo a fare un giro in stazione, e in giro e' pieno di mostri. Nulla di che, ma la miseria e' proprio palpabile.
Salgono una donna con due bimbi piccoli piccoli. Si siedono nell'intercapedine tra i vagoni e si mettono a mangiare per terra. Sono lercissimi.
Salgono un bambino di 6 o 7 anni con una bimba che ne avra' si e no 3. Lui suona un tamburello e lei come una scimmietta si infila in un cerchietto metallico. Piange. Sta evidentemente male, ha i conati. Continua lo spettacolino. La gente ride, offre monete perche' lo show vada avanti. Siamo attoniti. Ma che cazzo di mondo di merda e' questo?

Poco dopo passano due trans adulti e una prostituta che avra' 13 anni... palpano tutti gli uomini e si esibiscono in una provocante danza, sono a caccia di clienti, scivolano via lungo i vagoni.
Continua a salire gente e a sistemarsi a dormire nei corridoi e in tutti gli spazi liberi.
Il treno fischia e scivola via veloce nella notte.

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