domenica 18 marzo 2012

Mumbai


Di tutti i posti che abbiamo visto Mumbai sembra essere la città più sviluppata dell'India, perlomeno la parte meridionale, dove siamo stati tre giorni. In città bellissimi palazzi di epoca vittoriana delineano uno skyline troppo spesso contaminato dalla fantasia contemporanea


Meravigliosi palazzi coloniali conservati come preziosissime reliquie e rigorosamente chiusi al pubblico!


Nella zona turistica di Colaba un infinità di locali di tendenza e alla moda, generalmente carissimi e dove si mangia male, uno su tutti il celebre Leopold... Ma se attraversate la strada proprio di fronte si trova l'Olympia, un ottimo ristorante indiano gestito da musulmani dove si mangia divinamente e si spende pochissimo.
Lungo la strada bellissime microbancarelle nascondono tesori che hanno molto da raccontare


Nelle piazze sbalorditivi alberi dalle multiradici aeree


Ad ogni angolo stupefacenti e nascoste opere d'arte partorite da menti riaffinate


In perfetto stile indiano di fianco a tendopoli montate sul bordo del marciapiede dove vivono intere famiglie, avvengono megamatrimoni da mille e una notte, dentro a sfavillanti palazzi contornati da megaschermi e luci laser e sorvolati da nientepopodimeno che dischi volanti!


Non c'è molto da raccontare di Mumbai, il periodo è stato brevissimo, ma un paio di avventure sono capitate anche qui. Un pomeriggio ciondoliamo lungo la Chowpatty beach dove gli abitanti amano passeggiare al tramonto. Davanti a noi si dipanano scene assurde. Prima un gruppo di poveracci che lava i propri panni nell'acqua di scarico di non oso immaginare cosa


Poi arriva uno sbirro e caccia via i poveracci (immagino rovinino il panorama.... Cioè, scusa, rovinano cosa?)


Poi lo sbirro viene da me e mi chiede cosa fotografavo (in tutto il mondo sono proprio tutti uguali...). Rispondo che fotografavo la spiaggia e che anche i poveri fanno parte del panorama cittadino. E lui mi dice che va bene, che posso fotografare ciò che desidero, lo ringrazio (!) e quando inizia a farmi domande per risalire alla mia identità con una scusa lo saluto e me ne vado....
Iniziamo la passeggiata lungo la spiaggia e l'assurdo diventa grottesco!


Giovani borghesi e benestanti passeggiano, giocano, scherzano, si bagnano, nuotano, si fotografano vicino al mare come succede in ogni altra parte del mondo, e sarebbe anche tutto normale.


Peccato che loro, noncuranti, lo facciano immersi fino al collo in un mare di spazzatura.


Ci guardiamo attoniti, tra risatine isteriche....


Non gliene frega veramente un cazzo.....

Il giorno seguente prendiamo il battello e andiamo in gita a Elephanta, un posto molto suggestivo, un isola piena di foreste, grandi alberi, mangrovie e scimmie, circondanto da un mare di un caratteristico  color marroncino, il tipico colore del Mar D'Arabia...


Un isola famosa per le sue  grotte scavate nella montagna che custodiscono grandi templi al cui interno si trovano bellissime sculture hinduiste e buddiste risalenti ai primi secoli dopo cristo, ovviamente tenute così male da essere semidistrutte.


 Il triplice sguardo di Shiva però, dobbiamo ammettere, è veramente bello.


Sotto di noi si sente un vocio stridulo e ci accorgiamo che è in atto una gigantesca rissa tra gruppi di scimmie, molto probabilmente è la guerra per il controllo del racket delle banane dei turisti!
Ci hanno detto che l'ultimo battello è alle 18, scendiamo verso il molo e ci avviamo, un toro mi si fa incontro, gli scatto una foto, ma la cosa lo offende talmente da mandarlo su tutte le furie, gira il testone verso di me e mi tira un incornata sull'avambraccio, devo dire che fa dannatamente male, per fortuna non mi ha preso altrove.


Al molo arriva la barca e quei gentiluomini degli indiani iniziano a correre e sgomitare tanto che il barcaiolo deve cacciare via gli ultimi urlando loro contro... arriverà ancora un altra barca.


Passano i minuti, alle 18 nessuna barca in vista, le 1830, le 19.... Inizio ad innervosirmi, stai a vedere che riusciamo pure a perdere l'aereo. Poco dopo con la rabbia che monta sempre di più vado da un gruppetto e chiedo loro se hanno idea di quando arriverà sta maledetta barca, che mi sono rotto i coglioni degli indiani e della loro disonestà, non ci si può veramente fidare mai di nessuno.
Al che, come al solito in India, succede un fatto. Uno di loro è un pescatore locale che si chiama Sam e che abita nel micropaesino qui all'isola e mi assicura che tra poco arriverà la barca e me la mostra lontanissima che sta arrivando. Si siede con me e si scusa a nome degli indiani, lui li conosce bene e sa come sono e gli dispiacerebbe molto se noi partissimo con in mente quest'ultimo brutto episodio, perchè quando si lascia un paese si hanno in mente soprattutto gli ultimi episodi. Per cui ci farà compagnia fino a che non arriverà la barca e se la barca non dovesse arrivare lui si impegna a portarci fino a Mumbai con la sua barchetta. Che la sua promessa sia stata vera o meno non lo saprò mai e nemmeno è importante, visto che non è un fatto che esiste. Esiste eccome invece il suo gesto e la mia conseguente calma, la mia conseguente apertura e disponibilità all'accoglienza. Ha funzionato. Il solito piccolo miracolo indiano, prima ti esasperano e poi ti regalano questi meravigliosi momenti di pathos gratuito. E allora grazie Sam, e grazie a voi, folli indiani, che ci avete regalato tanto durante questo delirante e fantastico viaggio...

Nessun commento:

Posta un commento