sabato 20 agosto 2011

Mercatini, tanta libertà, ma anche tanto delirio



Ecco, dopo il post sulla libertà e la serenità dei mercatini (Pubblicato qui) parliamo degli aspetti un po' più deliranti. La tua libertà di organizzarti il lavoro è limitata, nel senso che puoi andare quando vuoi e fare quello che vuoi e come vuoi, ma sempre inquadrato all'interno di regole e costumi che a volte sono anacronistici e un po' odiosi. Per non dire mafiosi.
Quando un comune organizza da solo il mercatino ci si guadagna in (teorica) onestà ed eguaglianza di trattamento, ma si deve faticare molto perchè i comuni sono inefficienti, ottusi, iniqui, incapaci. Al comune di Golfo Aranci siamo stati testimoni di una funzionaria che non era in grado di usare la calcolatrice e alle nostre insistenti domande su come fosse regolamentato il mercatino quest'anno non faceva che rispondere come un disco incantato e anche un pò infastidita, "come l'anno scorso"....
A Villasimius quando gli artigiani fanno notare che sono stati fortemente penalizzati nell'assegnazione del posto (loro che pagano le tasse lavorano in un parcheggio, gli hobbysti lavorano nella strada dello shopping, follie delle amministrazioni sarde, eppure è con le nostre tasse che costoro vivono e lavorano) rispondono, “andatevene da un altra parte, voi continentali qui siete ospiti e fate quello che diciamo noi!” (alla faccia della famosa e celebrata ospitalità sarda).
Ma la più incredibile è quando Paola è andata in comune per parlare di questa faccenda con il sindaco, che dopo averla fatta aspettare 3 ore si è vigliaccamente dileguato delegando un assessore a fare da ambasciatore... costui quando gli veniva fatta notare l'incongruenza della distribuzione dei posti non aveva di meglio da rispondere che “Avete ragione” aggiungendo con voce sommessa e sobillatrice “fossi in voi ci manderei la finanza dagli hobbysti”!
Così tocca starsene e sperare che la stagione volga al meglio stringendo i denti e lavorando in condizioni precarie, a Villasimius nessuno rispetta la ZSL serale e tocca lavorare così, il comune non fa nulla per impedire queste situazioni.


Quando il comune non è in grado di far da se (o quando qualche privato è abile ad allungar mazzette) affida a terzi la gestione della piazza, e qui si lavora decisamente meglio. Si paga generalmente di più ma si vedono stesi tappeti rossi, fioccano i ruffiani, e, per chi si mette la dignità nelle mutande, ci si deve inchinare al padrone e ai suoi voleri, visto che egli è libero di decidere chi prendere e chi no in base a indici di gradimento che sono tutti personali. Insomma la solita storia che si ripete uguale dal medioevo. Quando facevamo notare che era ingiusto pagare 7 giorni di mercatino settimanali quando ne lavoravamo 6, dopo diverse scuse farfugliate, ci veniva chiesto in modo minaccioso dove vivessimo (a rimarcare il fatto che le regole qui sono così e mosca).
All'isola della Maddalena succede che un anno spostano il mercatino dalla piazza centrale ad una via periferica e sconosciuta, la giustificazione è che vogliono rivitalizzare una zona depressa, la realtà è che qualche assessore ha interessi in qualche locale della strada e vuole portare là il turismo. Questo sopruso succede spesso nel mondo dei mercatini, ma quell'anno alla Maddalena i bancarellari se la presero a male, inscenarono proteste e addirittura scioperarono un paio di sere, raccolsero firme e fecero venire un giornalista della Nuova Sardegna. A tutto questo il sindaco rispose, "voi siete ospiti e qui comandiamo noi"!


Ma a volte si assiste a scene talmente grottesche che sembra di stare in un film di Jodorowskj e c'è da morire dalle risate, a volte anche no, c'è da farsi venire un ictus.
La bancarella delle incisioni attira come mosche al miele tutti i più tamarri della zona, le cose stanno andando così, l'artigianato vero, quello di qualità, sta scomparendo, come sta scomparendo la cultura e il lavoro creativo. Non rende, si lavora tanto e non si guadagna niente. E allora i mercatini scendono di qualità e si finisce con lo smerciare solo volgarità di scarsa qualità e basso costo, perchè è questo che vuole la gente. Non gliene frega niente del fatto a mano, né del bello, deve costare poco e basta. E la bancarella delle incisioni è perfetta per questo, anzi anche troppo. Così che sei sempre li a confrontarti con buzzurrame della peggio specie.
Le famiglie allargate, moleste e cialtrone non si contano, i ricchi che pretendono lo sconto e poi ti chiedono di cambiarti banconote da 500€, oppure ti pagano 10€ in monete da 10 e da 5 centesimi per non spezzare la preziosa banconota da 50€.
I tedeschi di solito discutono e riflettono una settimana intera prima di spendere 5 euro per un braccialetto, i russi si sono arricchiti e devono dimostrarlo solitamente spendono e gettano banconote da 100 con disprezzo sul banco, quelli del nord italia sono piuttosto avari, anche nell'espressività, specie i veneti, ma anche i liguri, diciamocelo. Esistono sempre le eccezioni, ma la maggioranza è così.
I gruppi di Cagliari sono piuttosto difficili da gestire, sono veramente dei cialtroni arroganti, sono capaci di provare tutto, toccare tutto, pretendere tutto e fare un gran casino per poi non comprare nulla, forse non trovano miglior modo per passare il loro tempo, i romani sono spendaccioni ma pensano di poter fare tutto quello che vogliono e come vogliono alla bancarella, come i napoletani che in più sono super pignoli e trovano sempre il pelo nell'uovo.Martellarti sullo sconto è d'obbligo.
Arrivano famiglie di 10 e più persone che iniziano a rovistarti tutto il banco alla spasmodica ricerca del modo più inutile per poter spendere i propri danari, i bambini urlano e devastano, i genitori pure urlano e comandano, e mentre incidi hai le spalle ricoperte di mocciosi che devono vedere cosa stai facendo arrampicandosi sulla tua schiena.
E quando se ne vanno pare che sul banco sia passato un ciclone. Il saluto, quando la gente arriva e quando se ne va, il grazie, il prego, il mi dispiace o mi scusi se i figli fanno cadere qualcosa dal banco, magari rompendolo, quelle sono pretese esagerate, figuriamoci...
Oppure arrivano persone poco sveglie che guardano ansiose il banco ripetendo come in un mantra ossessivo cosa è questo, indicando le penne, e cosa fa quello, indicando noi che le incidiamo, vedono, ma non guardano e ovviamente non capiscono; o altre persone che si provano gli anelli per una ventina di minuti frugando compulsive alla ricerca della misura giusta, non rendendosi conto che le misure sono scritte li sopra, frugano, ma non leggono, a dirla tutta non se li stanno nemmeno provando, anzi, non sanno nemmeno quello che stanno facendo. Una volta una ragazza dopo un bel po' che frugava mi fa, ah! Ma tanto io nemmeno li porto gli anelli! E se ne andava, stizzita...
Una volta un gruppo di semi analfabeti non riusciva a capacitarsi cosa fosse l'incisione e quando gli spiegavi come funzionava e dove sarebbe comparso il nome, guardavano da vicino la penna e perplessi domandavano, ma io qui non vedo niente!
Un altra uno del medio oriente completamente ubriaco, devo riprenderlo più di una volta perchè si appoggia sul banco rischiando di rovesciarlo, e quando finisco di incidere abbandona il suo bicchiere di mirto vuoto tra le penne, gli dico senti il bicchiere portatelo via, e lui mi risponde tienilo li, buttalo te, che se no domani non torno più a comprare qui, a rimarcare il fatto che era ricco e se non facevo quello che voleva non sarebbe stato generoso con me, poveraccio bisognoso dei suoi danari.... 
Una volta una si ferma e mi chiede, scusi, ma nelle penne c'è l'inchiostro? Mi sono dovuto mordere la lingua per non risponderle, no signora, c'è il formaggio...
Ma la perla resta quella di un genoano che mentre si fa incidere il portachiavi del Genoa mi domanda se ne sto vendendo più della sua squadra del cuore o di quegli altri ciclisti, io gli dico che all'inizio erano molti più sampdoriani che compravano questi portachiavi, ma adesso invece si stanno facendo sotto i genoani. Allora lui si piega su se stesso, stringe i pugni, e in un urlo soffocato di esaltazione grida, Vaaaaaaai che recuperiamo!

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