sabato 20 agosto 2011

Miniere


Un giro che vale la pena di fare è per miniere abbandonate, in Sardegna, colonia da sfruttare, esistevano numerosi impianti di estrazione, dell'argento, ma anche piombo, zinco, uranio.
L'intera isola è stata crivellata ed è adesso piena di gallerie e grotte artificiali, ormai abbandonate. Aggirarsi dentro e fuori questi antichi complessi minerari è un esperienza emozionante, oltre che profondamente estetica. Queste cattedrali sono infatti state erette in luoghi così meravigliosi da lasciare con il fiato sospeso, violentando e devastando profondamente la natura originaria, ma riuscendo in qualche modo a rimanere in sintonia con il concetto di bellezza.
Sono posti belli, al di là di ogni giustificata critica morale, sociale ed ecologista. 
La grandiosità della struttura di Porto Flavia, incastonata negli strapiombanti calcari che si gettano nel profondo mare, davanti all'inaccessibile e maestoso scoglio del Pan di zucchero sembra messa li apposta.


Così come la laveria La Marmora lungo la scogliera di Nebida, un architettura e una posizione unici, davanti al sole che la sera scende lento a occidente, nel profondo mar di Sardegna.


Poco più avanti resti di una montagna crollata, evidentemente avevano un po' esagerato con le gallerie.


Tutta la Costa Verde è ancora quasi completamente intatta, abbandonata a se stessa, pochissimo cementificata, e speriamo ancora per molto. Poche strutture e molta natura, nessuna comodità, ma infinita libertà in questo magnifico tratto della sardegna sud occidentale.


Risalendo un po' nell'interno si giunge all'antichissimo complesso di Montevecchio, dove donne e bambini venivano impiegati nei lavatoi. 
Per saperne di più consiglio questo bel sito che non è il solito sterile elenco di celebrazioni ingegneristiche, ma racconta della vita delle miniere, della gente, delle donne e dei bambini, della sofferenza e della lotta. 


Ancora oggi esperti vengono pagati dalla regione per tenere sotto controllo le acque che abbondanti defluiscono dalle miniere ormai tutte completamente allagate per finire in mare.


Salendo verso nord ci si trova a camminare in una baietta di sabbia composta da frammenti d'argento


Siamo all'Argentiera, poco sotto Alghero, un altro scheletro che lentamente si sfascia sotto il peso degli anni e dell'incuria.


Due gabbiani stuzzicandosi volano tra le lamiere ondulate



Spostandosi sull'altro versante, nel Sarrabus, vi sono i complessi minerari di Quirra, oggi tristemente famosa per l'immenso poligono militare che per anni ha avvelenato le terre e l'acqua con i suoi esperimenti militari proibiti. 


Qui ad avvelenare l'ambiente ci avevano già pensato i minatori, riversando piombo ed arsenico nel Baccu Locci.


Che forma una bellissima strettoia che scende diretta dagli strapiombi dell'altopiano, pare che sia anche un bel percorso torrentistico, non ora però, l'aria è bollente e l'acqua assente. É percorribile perchè si trova a monte delle miniere, anche se dubito che sia incontaminato, se scende dall'altopiano funzionerà anche da canale di scolo di tutta la merda che hanno usato quegli infami dei militari. 


Il posto è bellissimo, ma qui gli insediamenti minerari non hanno affatto portato bellezza, anzi hanno devastato e basta. È in atto un progetto di recupero e bonifica finanziato dall'UE per tentare di arginare il fenomeno dell'inquinamento da arsenico


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