sabato 18 maggio 2013

Gibellina

La notte tra il 14 e il 15 gennaio del 1968 la terra trema nel Belice, e come sovente accade in Italia, non serve una magnitudo da basso hardcore, basta un tweeter scassato per distruggere tutto.
Pare che tutto sia rimasto come allora, perlomeno i vecchi paesini mai ricostruiti, e così ce lo segnamo sulla nostra mappa....


"Ma cosa ci andate a fare lassù? Sono persone borderline, ci vivono gli ignoranti, è pericoloso..."
Sentenziano alcuni personaggi di larghe vedute....
Bah! Forse è proprio per quello che ci andiamo. Perchè il turismo non sia sempre spiaggia, pranzi, figa e monumenti. Per andare a vedere. Per sentire che si dice.


Per dare attenzione ad una realtà compromessa, ferita, dove la natura non ha fatto altro che rivelare la superficialità e la disonestà della classe dirigente, ora come allora.



Gibellina vecchia, uno dei centri più devastati dal sisma.
Ci aggiriamo silenziosi in mezzo ad una natura gaia e rigogliosa, le piante si riprendono gli spazi


In cielo migliaia di rondini volano veloci, hanno il loro bel daffare adesso.


Tracce di vita passata


Persino il monumento alla memoria è occasione per tornare ad insultare l'uomo e la terra


Arriviamo fino al Cretto di Burri...


Non è che ci impressioni molto....


Ma il senso ce l'ha, eccome se ce l'ha.


Intanto l'amministrazione comunale da ordine di tagliare il prato e tenere pulito. Ognuno cerca di fare i conti con quello che ha, e qui, per quel poco che vale, ci tengono. A differenza di molte altre realtà. 
L'atmosfera però non è greve.
E'...
E' quello che è.
E basta.

Nessun commento:

Posta un commento